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La Storia sotto Casa: Il ponte delle Gabelle e Le Chiuse di Leonardo

Il ponte delle Gabelle era la prima opera muraria che incontrava il Naviglio della Martesana all’entrata di Milano, dopo la costruzione delle mura spagnole e prima dell’interramento della parte finale del percorso cittadino del Naviglio, che è avvenuta tra il 1929 e il 1930 contestualmente all’interramento della Cerchia dei Navigli.

Il ponte delle Gabelle era posto sulla strada di circonvallazione che costeggiava i Bastioni di Milano ed era il punto dove veniva riscosso il dazio, su barche e merci trasportate (gabelle), per proseguire lungo il naviglio.

Subito dopo, il Naviglio della Martesana sottopassava le mura (tombon de San Marc), tristemente noto come ponte dei suicidi, e uscendone incontrava la leonardesca Conca dell’Incoronata che prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria Incoronata.

La Conca dell’Incoronata, o Conca delle Gabelle, è un’antica conca di navigazione situata a Milano che serviva per superare agevolmente il dislivello tra il Naviglio della Martesana e la Cerchia dei Navigli.

Rappresenta l’unico resto del Naviglio della Martesana all’interno della cerchia delle mura spagnole di Milano;

Dopo la costruzione del Naviglio Martesana, avvenuta nel 1463, si avvertì l’esigenza di unire questo canale alla Cerchia dei Navigli; la differenza di quota tra i due corsi acquatici comportò la necessità di costruire una conca che potesse ovviare a tale problematica.

Primi studi in merito furono compiuti già nel 1482 da Leonardo Da Vinci durante un suo primo soggiorno a Milano, come testimoniano alcuni schemi progettuali riportati nel Codice Atlantico, ma la conca venne costruita solo nel 1496 sotto il ducato di Ludovico il Moro; la direzione dei lavori venne affidata agli ingegneri Giuliano Guasconi e Bartolomeo della Valle supportati, naturalmente, dalla consulenza dello stesso Leonardo. Sono in molti a ritenere che il sistema a porte della chiusa (chiamato “Porte Vinciane”) ideato da Leonardo sia stato utilizzato per la prima volta proprio qui nella Conca dell’Incoronata.

Con l’interramento dell’intera cerchia avvenuto tra il 1929 e il 1930, la conca perse la sua funzione di collegamento tra i canali acquatici; sono tuttavia ancora oggi visibili l’edicola di epoca risorgimentale e il sistema di chiuse formato dalle porte originali, oltre al canale. Sono invece scomparse le tracce relative agli ormeggi per lo scarico merci.

Nel 1967 la struttura venne riconosciuta come opera monumentale con vincolo n. 553, ai sensi della Legge 1089/39, poiché “unico resto del Naviglio Martesana nel suo tratto urbano, caratterizzato dalla sopravvivenza dell’ultimo ponte antico sul Naviglio, dell’ultima chiusa e della garitta, resti di originali attrezzature addette alla navigazione”.

Proseguendo per via San Marco, giunto all’altezza dell’odierna via Montebello, il naviglio (non più della Martesana, ma di San Marco) era attraversato dal ponte dei Medici, dal nome del palazzo contiguo, dove si trova ancor oggi il Corriere della Sera, e si apriva nel laghetto di San Marco, dove si scaricavano le merci che non dovevano percorrere la Cerchia dei Navigli con destinazione la Darsena di Porta Ticinese

Nel laghetto di San Marco arrivavano anche, provenienti da Corsico, i barconi con i rotoli di carta per il Corriere della Sera e da qui partivano le barche-corriera (el barchett de Vaver) che raggiungevano Vaprio d’Adda. Uscendo dal laghetto e dopo altre due conche, quella di San Marco e quella del Marcellino, il naviglio si immetteva nella fossa all’inizio di via Fatebenefratelli. Il passaggio in corrispondenza del ponte del Marcellino era il più stretto dell’intera fossa navigabile.